I trabocchi di Pineto: un’idea per tutti!

By on September 24, 2013

 Vi sono  alcune strutture  o costruzioni  appartenenti a luoghi  lontani   e  vicini , disegnati o   fotografate, figlie anche di romanzi di formazione   quali i castelli ,  le torri  ed i  fari che hanno da sempre suscitato  un  proprio fascino , contenitori di storia  e  di attese, di  partenze e di arrivi , di lavoro e di osservazione. Sulla costa abruzzese  imperano  i totem  di  un vecchio metodo di  pescare conosciuti  con il  termine trabocco , etimologicamente variegato ,   una struttura di legno di Aleppo  che ha garantito  il pescato per generazioni agli   abitanti della costa . Ora , questo attrezzo che si erge  e si sviluppa a forma di ragnatela , ha acquistato una valenza paesaggistica,  naturalistica e di promozione della costa  abruzzese   .  Chi non ha avuto ancora modo    di assaggiare i momenti  deliziosi di una cena su un trabocco si perde qualcosa di particolarmente intimo,  di singolare perchè  alle diverse portate si alternano  momenti di osservazione  della quiete del mare e del saluto del sole,  a momenti di riflessione sulla  valenza marinaresca della struttura , immaginando le non secondarie fatiche di un tempo  richieste per la raccolta del pescato .   Sono stato sempre affascinato dal faro  come simbolo ed indentità di una costa,  ma il trabocco suscita ancora più emozione   in quanto,  soltanto a guardarlo  si ha  la sensazione che stia lì immobile a raccontare  la  storia di intere famiglie, dei loro sforzi  , delle loro speranze     e della loro ripetitiva quotidianità .

 Ordunque  la costa pinetese  la   possiamo suddividere in tre zone, quella  tradizionalmente sabbiosa, quella a maggiore tutela con la presenza di dune  nell’area marina protetta e quella ghiaiosa  che dal fiume Vomano si estende fino alla zona nord di Pineto.  Questa ghiaia ritenuta da sempre  fastidiosa   negli ultimi anni, in assenza di alcuna possibilità di poterla rimuovere, è stata rivalutata  in quanto  sono stati concepiti  nel frattempo diversi modi di vivere la spiaggia, meno comodi e rilassanti , ma comunque vitali . In questo tratto  piccoli frammenti di spiaggia sono stati adattati ad alaggi per  imbarcazioni a vela ,   sono spuntate  zone d’erba  destinate  a cucire la spiaggia con la  pista ciclabile, stile lungomare di Scerne; diversi  sono  gli amanti della pesca con lenza   con il proprio  raggio d’azione esistenziale ;  da ultimo alcuni frangiflutti ed i pennelli  proiettati al largo iniziano a conferire a questa spiaggia un’aspetto particolare ed esclusivo, non roccioso  ma  figlia di tante pietre . Proviamo ad immaginare   due  o tre trabocchi  dislocati in questo tratto di spiaggia;  proporrei   chiamarli istituzionali o comunali con libero accesso e fruibilità da parte di tutti ( naturalmente previa regolamentazione )  i cittadini .  Sarebbe una ulteriore chicca   e punto di attrazione del ns. territorio da aggiungere alla ricostruzione della Torre del Vomano al termine della pista ciclabile. Qualcuno  eccepirà sicuramente che la ns .zona è priva di tradizione marinaresca se non   nella declinazione  della piccola pesca e  di quella sportiva ;  che  il contesto della costa dei trabocchi è ben diverso  con i fondali limpidi  grazie alla presenza uniforme della roccia; che storicamente  e per tradizione il trabocco non ci appartiene.   Nonostante tutto  proviamo ad immaginarne la presenza e l’utilizzo non  funzionale all’attività di pesca ma soltanto per fini  attrattivi   non escludendo la  possibilità di potervi  realizzare una piccola  ristorazione. Non avremmo il copyright ma  a volte bisogna avere il coraggio di mutuare le cose belle e positive da altri territori  conferendogli la giusta valenza  ed adattibilità . Anche la ghiaia  non ci sarà più ostica  magari se in compagnia di qualche frangliflutto o di masso roccioso  in  più !!!

Posted in: Attualità

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