IMPRESA, ECONOMIA ED OCCUPAZIONE

Il Comune nel ruolo di “facilitatore “

La  crisi economica più incisiva  e deleteria, sotto ogni profilo, degli ultimi cinquant’anni   invita anche gli amministratori locali alla rimodulazione del proprio ruolo per sollevare in parte le difficoltà delle imprese e di tutte le forme di iniziativa imprenditoriale.  La crisi globale è nata prima  dal punto di vista finanziario  nel 2007 con i famosi titoli sub-prime, i derivati, i cds trasformandosi da un fenomeno endemico  in una epidemia dai caratteri globali. A questa è seguita  la crisi dell’economia reale, con il credit-crunch delle banche, la maggiore selezione da parte del mercato che ha segnato il destino delle aziende meno capitalizzate e meno competitive, con un effetto domino che ha  portato a tassi di moria delle imprese mai registrati, livelli di disoccupazione inverosimili con un successivo calo dei consumi, livello dei redditi decrescenti, evasione fiscale sempre più diffusa ed un progressivo impoverimento della classe sociale o ceto medio, quello che notoriamente sostiene di più  i livelli di consumo. Teorema questo avvalorato proprio recentemente dal premio Nobel Joseph Stiglitz con la presentazione del modello della distribuzione della ricchezza. Siamo, purtroppo, arrivati alla terza fase dove la crisi reale comincia a trasformarsi in crisi sociale con numerosi casi di suicidi, ricorso senza precedenti alla CIG,  affollamento delle agenzie locali della Charitas, addirittura  casi di mercificazione  dei propri  organi per garantirsi la sopravvivenza. Il tutto in un contesto politico vischioso ed impantanato orientato a risolvere i problemi di più immediata necessità quali la copertura del Bilancio, l’uscita dalla procedura d’infrazione di Bruxelles, il rispetto del 3% rapporto deficit/pil, incertezza sulla soluzione Imu, introduzione pasticciata della Tares; argomenti quest’ultimi che rendono sempre più difficoltoso ed affannato l’operato delle amministrazioni locali sulle quali sono stati traslati diversi aspetti di imposizione tributaria con il compito di ricoprire anche la funzione di sostituto di imposta.

Luigi Colantonio: Bene, questo il contesto economico e politico generale. Lei nelle vesti di direttore di banca e di  consigliere comunale con  ruolo di Presidente del Consiglio, ha un termometro ben  preciso delle difficoltà dell’economia   locale.  Come e con quali strumenti possono intervenire gli amministratori locali per mitigare questa crisi  provando a risollevarne le sorti? 
Le amministrazioni comunali non sono deputate a svolgere  attività di politica  economica ma possono in parte contribuire nel risvegliare quei settori trainanti che caratterizzano le nostre località costiere quali il turistico/ricettivo e l’immobiliare ricoprendo il ruolo di “facilitatore” con  pacchetti di agevolazioni tributare quali la Tarsu/Tares, Imu ed altri canoni, da riconoscere sia alle nuove imprese che al le aziende virtuose che presentano determinate certificazioni di qualità ambientale, per un periodo ad es. di tre anni. Le amministrazioni comunali  dovranno, da subito, contribuire a facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta; il pacchetto delle agevolazioni rappresenta un buon supporto  per  le  imprese del nostro comprensorio già vessate dal cosiddetto cuneo fiscale.

Luigi Colantonio:  Con quali risorse  considerato che le amministrazioni lamentano sempre la difficoltà  di quadratura di bilancio e di progressivo taglio dei trasferimenti dal governo centrale?
Le Amministrazioni comunali hanno bisogno innanzitutto  della stabilizzazione dei flussi finanziari, aspetto che non viene al momento garantito dalla continua mutazione  delle regole impositive del Governo centrale (ad es. Imu, Tares). In presenza di stabilità dei flussi  si possono comunque adottare politiche di bilancio orientate nella direzione degli incentivi  menzionati  ottimizzando l’utilizzo di tute le risorse a disposizione.

Luigi Colantonio:  Come si “facilita” l’incontro tra la domanda e l’offerta?
Oltre ai pacchetti di agevolazioni possiamo elencare quattro iniziative che le Amministrazioni possono adottare valorizzando il  proprio personale, facendo emergere le competenze e le cosiddette “skill” presenti in organico; al cittadino interessa avere un consulente allo sportello che lo guidi alla risoluzione dei problemi . Ogni amministrazione dovrebbe creare uno “Sportello Impresa”, dinamico e propositivo che non attende il cittadino o l’imprenditore ma che lo contatti. A Pineto abbiamo adottato il nuovo Piano Agricolo ed il nuovo Piano Casa; se non avviciniamo con forum, workshop, tavoli  tecnici  le categorie di  professionisti ed imprenditoriali interessate il Piano Agricolo di Pineto, che  presenta diverse opportunità imprenditoriali, resterà soltanto una bellissima tesi di laurea così come il Piano Casa  che potrebbe risvegliare la piccola carpenteria e le ristrutturazioni  legate anche alla conferma, di questi giorni, del pacchetto delle agevolazioni sugli ecoincentivi , sarà  appannaggio di pochi. A queste si affianca anche la revisione dei Piano Regolatore Generale  con la  recente approvazione dello Schema Strutturale Strategico  con tutte le  opportunità in esso racchiuse.

immagini per intervista
L’introduzione dello Sportello Unico delle Attività Produttive (Suap) è stato un primo passo importante ma ricopre una funzione tecnica ed amministrativa alla  quale deve essere affiancato un approccio basato sulla consulenza e sulla conoscenza delle potenzialità  che gli strumenti di programmazione e di pianificazione  prevedono in tutti i settori, industriale , commerciale , artigianale  e turistico.

Luigi Colantonio:  Le altre iniziative quali sono?
Il Comune di Pineto in passato ha  sperimentato lo sportello “InformaGiovani” ; penso che oggi  con tassi di disoccupazione giovanili preoccupanti  tale strumento sia  ancora più funzionale ma non soltanto per la ricerca del lavoro e del primo impiego bensì sempre per “facilitare” la conoscenza delle opportunità, la formazione, l’associazionismo, cultura, tempo libero, turismo, studio e lavoro all’estero, sport, ovvero tutti i  principali ambiti di interesse giovanile. Il tutto in completa sinergia con la rete di sportelli del Centro per  l‘Impiego Provinciale.

Luigi Colantonio: Il settore turistico è quello che ad ogni fine stagione estiva registra  risultati negativi con percentuali di perdite di presenze allarmanti ! Quali soluzioni per rivitalizzare un settore che per  le cittadine della costa rappresenta  trainante  sia a livello occupazionale che per indotto?
L’argomento è complesso e deve essere affrontato o con una prospettiva di breve periodo o con una  visione di  lungo periodo. Da anni  si lamenta  nel nostro comprensorio l’assenza di una politica del turismo incisiva e lungimirante per la quale ci vuole una scelta strategica che riassuma le peculiarità e le eccellenze di una cittadina costiera in un “brand“, che venga promosso e pubblicizzato nei canali di comunicazione specialistici. Per fare ciò bisogna prima individuare il modello che può essere anche allargato ad una intera area regionale, come ad esempio il comprensorio del Cerrano. Per restare in tema la candidatura Unesco delle Terre Cerrano non è stata percepita dagli amministratori dei tre Comuni coma una opportunità  di promozione integrata del territorio;  la miopia locale ha prevalso sul glocalismo inteso come visione organica del turismo. Il turista deve avere la percezione di vivere in ogni momento in un’unica area con una offerta unica dei servizi ; a tal proposito avevo proposto la card del Cerrano ma si è dimostrato da subito un progetto di difficile  realizzazione quando , invece, in altre realtà tale strumento ha prodotto risultati interessanti. In tale contesto ogni Comune del comprensorio  perseguirà un proprio modello , alla ricerca  della valorizzazione della propria identità.

Luigi Colantonio: Si ma a breve termine, in attesa che ognuno ritrovi la propria identità?
Il turismo è un prodotto, come tanti altri, che si vende per il prezzo e per la qualità. In un mercato altamente competitivo che risente sia della mutazione dei costumi, delle abitudini, della globalizzazione  dei consumi  bisogna sempre chiedersi perché  un turista debba scegliere le nostre località piuttosto di altre. Poi  vi è il fenomeno del pendolarismo e delle seconde case… sono tutti aspetti che rendono il settore  complesso e che richiedono una analisi dettagliata. Il livello dei prezzi dalle nostre parti sembra alto rispetto ai servizi offerti. Bisogna attivare una serie di leve in quanto il turismo locale  vive anche dei residenti, dei pendolari e non soltanto dei forestieri; sempre più spazio, quindi,  alla mobilità sostenibile, con  reti di piste ciclabili, la viabilità  fluida e la presenza di parcheggi, calendario delle manifestazioni adeguato, grandi eventi  ed una politica sulla cultura. Per la cosiddetta destagionalizzazione bisogna puntare su eventi sportivi e ricreativi che abbiano una valenza ed un respiro nazionale. Nel breve termine, pertanto, bisogna pensare ad una politica del turismo basata sui“particolari“: servizi, comunicazione, accoglienza, mobilità sostenibile e qualità delle acque, eventi, manifestazioni; tanti “particolari“  costruiscono un modello  che deve essere condiviso da tutti i cosiddetti stakeholder o portatori d‘interessi. Per essere competitivi sul nuovo mercato del turismo che si è delineato bisogna applicare, come una qualsiasi azienda, il modello di Porter con l’analisi delle cinque forze competitive che ti posizionano  sul mercato: il target di clientela che si vuole conquistare, i concorrenti diretti e quelli potenziali nonché futuri, analisi dei fornitori intesa come valutazione dei costi in termini di comunicazione, accoglienza, tour operator , forme alternative di fare turismo.  L’adozione di un modello  passa quindi dalla conoscenza del mercato.

Luigi Colantonio: Ma le strutture ricettive sono adeguate ?
Silvi Marina ha delle strutture turistiche ricettive  dimensionate a differenza di Pineto,  ed un calo di presenze si registra comunque, quindi il problema non è soltanto la capacità ricettiva quanto tutti gli altri aspetti che concorrono nella scelta di una località  piuttosto di un’altra. La presenza o meno di strutture dimensionate è diventato un aspetto secondario; bisogna prima chiedersi  perché  il turista deve venire dalle nostre parti ed a quale prezzo. La nostra è un’area altamente pregiata; una Città d’Arte come Atri, due borghi medioevali (Mutignano e Silvi Paese) una Torre Aragonese (Torre di Cerrano),  due aree protette (Riserva Naturale dei Calanchi e l’AMP Torre del  Cerrano), spiaggia con fondali bassi ed un sistema qualità ambientale ampiamente riconosciuto e ipercertificato. Non siamo  stati in grado, sino ad oggi, di trasformare un’area regionale così pregiata in  un unico contenitore  con una visione integrata del territorio. Purtroppo la politica di lungo periodo non ripaga subito  l’amministratore  di turno  e viene sottovalutata  se non  snobbata. Al che  proliferano tante iniziative le quali  prese singolarmente si presentano valide (Carta europea  sul turismo sostenibile-CTES , Dmc  “Riviera dei Borghi d’Acquaviva,  proliferazione di organismi che recano il nome Terre del Cerrano) ma che non riescono  a fare sistema , anzi creano dispersione se non confusione.

Luigi Colantonio: Il mercato immobiliare come  e quando riparte?

Il mercato immobiliare attraversa una fase  che non si riconosce  in un ciclo economico ordinario,  reso problematico da  tanti altri fattori quali la mancanza di fiducia, maggiore difficoltà di accesso al credito per vie delle maggiori garanzie richieste, precarietà del lavoro, prezzi comunque alti nonché tutti gli aspetti fiscali e tributari (imu, tares, service tax, irpef)  che fungono da  freno all’acquisto. Il mercato  ha bisogno comunque di maggiore trasparenza in quanto, nonostante tutte le barriere elencate, i prezzi sono sicuramente ancora alti. L’amministrazione comunale, anche qui, potrebbe svolgere il ruolo di “facilitatore“ adottando iniziative che favoriscano l’incontro della domanda e l’offerta.immagini per intervista
L’istituzione di una Borsa turistica/immobiliare (borsino)  fisicamente dislocata al centro della cittadina , con tutte le agenzie immobiliari e di affitto consorziate, monitor e display che riportano tutti  i prezzi di offerta delle unità immobiliari, consulenza  ed assistenza  al turista   con dati della Camera di Commercio e dell’Agenzia del Territorio  potrebbe essere un’idea.

Luigi Colantonio: Quindi in definitiva il Comune si deve ritagliare questo nuovo  ruolo di facilitatore  nel far ripartire l’economia locale,le imprese e di conseguenza l’occupazione.
Abbiamo individuato cinque leve che le Amministrazioni Comunali devono attivare però congiuntamente ed in maniera sinergica se si  vogliono risultati nell’immediato: lo Sportello Impresa, l’InformaGiovani, la Borsa Tursitico/Immobiliare,  una politica del turismo basata sui “particolari“ed il Pacchetto di Agevolazioni. In questa maniera può recitare attivamente il ruolo di facilitatore  creando le basi ed i presupposti per una ripresa dell’economia locale basata sulla manifattura, sul turismo, sull’immobiliare ed il piccolo commercio; un approccio di stampo schumpeteriano dove la creatività a volte si crea con azioni forti e discontinue. Anche se l’innovazione più importante sarebbe quella della riduzione drastica dei tempi di tutti i processi decisionali, sia di natura politica che amministrativa, indispensabile per anticipare i tempi della ripresa economica.

Parco Filiani. L’eterno incompiuto.

“Nato come recupero ambientale di una cava d’argilla che alimentava una vecchia fornace , voluto da Luigi Corrado Filiani , il parco si presenta oggi incompiuto …… “

con queste parole inizia il video storico di Parco Filiani realizzato dall’Associazione Arcobaleno- Città Ideale nel 2005. L’ occasione era quella del concorso di idee organizzato per rispolverare le attenzioni verso un’ area altamente pregiata ma bisognosa di interventi strutturali , il ripristino del sistema di decantazione delle acque piovane e la riqualificazione ambientale dell’intero sito.
Il concorso ebbe un grande successo e registrò la presentazione di 18 idee progettuali , diversamente articolate ma tutte interessanti con larga adesione da parte di associazioni, cittadini e professionisti. La manifestazione si concluse nel 2006 con la premiazione dei primi tre classificati e la partecipazione di amministratori locali, provinciali e regionali.
Al video sul profilo storico si aggiunsero quello riassuntivo di tutte le opere progettuali pervenute , quello artistico e la pubblicazione di una monografia intitolata “Vivere Parco Filiani “ , foriera di una situazione e di un auspicio che, purtroppo, ad oggi non si è ancora verificata : la possibilità di fruire il parco in sicurezza , potervi organizzare tutte le manifestazioni immaginabili senza essere ostacolati da alcune frequentazioni equivoche che hanno vanificato , con una serie di atti vandalici, anni di lavoro e l’impiego di ingenti risorse pubbliche.

L’attività svolta dall’Associazione era riuscita a catturare le attenzioni di amministratori regionali e provinciali con successiva concessione , nel 2008 , di un finanziamento di euro 675mila da parte della Regione Abruzzo destinati a lavori di recupero idrogeologico del sito, del sistema di canalizzazione delle acque progettato e realizzato dallo stesso Luigi Corrado Filiani , alla riqualificazione dell’intera area con nuove piantumazioni di alberi di specie diverse, l’introduzione di un sistema antincendio , l’installazione di una rete elettrica e di luci basse distribuite lungo tutto il percorso , l’installazione di una struttura in legno per l’accoglienza.

I lavori furono realizzati in regime di concessione dalla Provincia di Teramo e furono ultimati nel 2010 ; con una tempistica frettolosa l’amministrazione comunale decise per l’inaugurazione del Parco nella giornata della festa dell’albero , il 21 Novembre, sottovalutando altri aspetti importanti quali la sorveglianza e la gestione di un sito così complesso. Di lì a poco, trascorsi alcuni mesi, una serie di atti vandalici portò alla distruzione di tutte le infrastrutture , gli infissi ed i servizi della struttura in legno furono divelti , gli idranti furono impiegati come reti di pallavolo, i 25 punti luce furono tutti distrutti!

foro per articolo parco  nBreve storia

Luigi Corrado Filiani negli anni ’30 aveva lavorato sulla “ferita “ della collina, trasformandola da una cava di argilla in un parco artificiale dalla vegetazione ricca e variegata.
Poco distante da Villa Filiani , sorgeva una fornace per la cottura dell’argilla estratta dalla sovrastante collina la quale divenne, col passare del tempo , sempre più arida e brulla. Nell’Ottocento lo sviluppo urbano della costa era stato sostenuto dalle fornaci impiegate per la produzione di mattoni ed erano ubicate sempre nelle vicinanze dei centri abitati.
Il Commendador Filiani per far scomparire quel grigiore dal paesaggio della nascente
cittadina, decise di smantellare la fornace fatta erigere dal padre Vincenzo e di trasformare la cava in un parco . I lavori , iniziati nel 1927 da un gruppo di anziani lavoratori alle sue dipendenze , furono portati avanti interamente a mano e , soltanto successivamente, con l’ausilio di mezzi meccanici .
Il Parco si distribuisce su quattro livelli con terrazzamenti minori, scarpate inerbite e boscate, impluvi armati per il deflusso delle acque , sentieri di accesso con mura di contenimento, vasche di decantazione e raccolta delle acque mimetizzate nelle cisterne ricavate all’interno di due manufatti chiamati “castellucci “ .
Il grande progetto di Filiani di ricongiungere il parco alla sovrastante pinetuccia ( ampiamente illustrato nel n.195 di Eidos ) non fu realizzato in quanto venne a mancare ( 1964) mentre si stava realizzando il terzo gradone. Gli eredi lasciarono che alcuni operai ultimassero i lavori in corso ma da allora il parco ha subito un graduale fenomeno di naturalizzazione con nuove piante cresciute per disseminazione di quelle esistenti ed una vegetazione spontanea che ha invaso le scarpate . Nel 2001 la famiglia Caccianini, erede di Filiani , dona il Parco al Comune di Pineto ; di lì a breve, grazie ad un accordo di programma definito con una nota azienda locale, fu realizzato un ponte ligneo di collegamento con il centro abitato , all’altezza degli impianti sportivi, per facilitare i fruitori nell’attraversamento della SS. 16,

Considerazioni.

Il parco ha rappresentato per diverse generazioni di ragazzi pinetesi , una palestra di vita naturale dove si improvvisavano nei personaggi della letteratura di formazione , da I Ragazzi di Via Pal a Tom Sawyer e Robinson Crusoe , anticipando anche le tecniche del più moderno tree climbing .
A differenza di quanto avviene oggi ne erano allo stesso tempo custodi e protettori , lungi dal promuovere una qualsiasi forma di violenza al proprio parco.
Poche località balneari possono vantare la presenza di un parco così’ esteso in prossimità del centro abitato, un polmone verde facilmente raggiungibile che si presta a forme di fruizione più disparate quali attività ludiche, didattiche e di socializzazione con l’ organizzazione sia di mostre che di eventi musicali ; del resto basta prendere visione della fantasia espressa dai partecipanti in occasione del citato concorso di idee.
A differenza delle limitrofe Silvi e Roseto, le quali convivono ancora con le “ferite” delle proprie colline , a Pineto siamo di fronte ad un primo e vero recupero ambientale basato su tecniche di ingegneria naturalistica che hanno resistito nel tempo ed agli eventi atmosferici; le nevicate epocali degli ultimi anni ne hanno scalfito la ricchezza arborea ma il fascino del risveglio primaverile con la sua colorata fioritura è rimasto immutato.
Dopo gli atti vandalici del 2011, che ne hanno compromesso la tranquilla fruibilità da parte dei cittadini, sono stati avviati alcuni percorsi amministrativi per assegnarne la gestione e per garantirne la sicurezza. Il bando esplorativo emanato dall’ Amministrazione nel mese di Maggio 2013 ha sortito alcune proposte ad oggi al vaglio; il sistema di videosorveglianza adottato dal Consiglio Comunale prevede l’installazione di due telecamere proprio nel Parco Filiani con la copertura della relativa spesa inserita nel Bilancio di previsione 2013 .

A breve dovrebbe essere emanato un regolamento per l’utilizzo dell’area , con i divieti e le relative sanzioni per coloro che andranno ad infrangere le regole. Il ripristino del sistema elettrico ed antincendio, della struttura in legno con i relativi servizi era stato previsto nel Piano delle Opere Pubbliche , finanziati con i proventi della L.Bucalossi. La decadenza anticipata della Giunta e del Consiglio Comunale purtroppo non ha permesso l’approvazione del Bilancio di previsione e del Piano delle Opere Pubbliche ; ora si confida nella gestione straordinaria commissariale affinchè per la prossima estate il parco possa essere riproposto ai turisti ed ai cittadini nel suo splendore e nella piena funzionalità . Con la pineta storica e la “pinetuccia“, Parco Filiani delinea il perimetro verde ed estetico di Pineto ma rappresenta anche il vulnus della nostra cittadina e richiederà sempre la massima attenzione e considerazione.
Ad oggi, purtroppo, parafrasando il testo del citato video dell’Associazione Arcobaleno-Città Ideale , riflettendo sulla lunga storia del parco riportata qui in sintesi , possiamo scrivere , con molto disincanto , che rappresenta .. l’eterno incompiuto.

Il treno a vapore e e frecce tricolori

Bella coincidenza, forse casuale, oggi 12 Maggio 2013  a distanza  di pochi chilometri e di poche  ore si celebrano due avvenimenti importanti  ma allo stesso tempo lontani per storia, dimensione,  tecnologia  e  comunicazione.  Il treno a vapore in partenza da  Ancona verso Pescara celebra il 150^ anniversario della  inaugurazione della tratta ferroviaria  tenutasi il 16 Maggio 1863, due anni dopo l’ Unità d’Italia, con sosta alla stazione di Pineto ; e la sfilata delle Frecce Tricolori , fiore all’occhiello della  Aeronautica Militare Italiana  organizzata  dall’ Amministrazione Comunale di Roseto  con  finalità di promozione della cittadina  sotto il profilo turistico ed istituzionali .

Il primo evento è stato organizzato dalla Fondazione PESCARABRUZZO, in collaborazione con il Comitato per le celebrazioni  in occasione, appunto,  dell’inaugurazione della tratta Ancona- Castellammare  della linea ferroviaria Adriatica .  Il secondo organizzato dall’ Amministrazione  Comunale  di Roseto   con grande coinvolgimento delle forze dell’ordine per l’assetto logistico, organizzativo  e  della sicurezza per  uno spettacolo senza precedenti  sul  nostro cielo  oggi poco ospitale   ma alla fine clemente  per il tempo necessario .

Si rincorreranno sicuramente paragoni tra i due eventi,  si confronteranno  le strisce tricolori  disegnate   in cielo   con il fumo grigiastro  espulso dalla locomotiva;  il ritmo lento  e cadenzato del treno a vapore con la velocità di  10 gioielli  di tecnologia  avanzata , la rievocazione e l’esibizione  di  due realtà  diverse  racchiuse nel passato e nel presente ;   in ogni caso due eventi   che i cittadini  hanno apprezzato  e reso  questo 12 Maggio  2013   meno uggioso di quanto il tempo purtroppo ci ha riservato  .

 Breve nota storica da “Guida dell’Abruzzo” di Enrico Abbate (1903):

“Nessuna linea ferroviaria esisteva prima del 1860 nell’ Abruzzo. Unificata la patria , si pensò al completamento della rete ferroviaria e siccome l’ossatura dell’Appennino rendeva difficile in molti tratti una linea longitudinale  centrale, così il concetto che dominò fu quello di stabilire due grandi linee litorali, l’Adriatica e la Mediterranea, riunite fra loro da molte traversali con diramazioni ai principali valichi e con altre numerose linee secondarie di comunicazione interna . Così si ebbero le seguenti linee : 1. La linea litorale-adriatica che mette in comunicazione l’Abruzzo tanto con l’Alta Italia quanto con l’Italia Meridionale. Questa, la più importante, fu la prima linea costruita nell’Abruzzo . La festa del 16 Maggio 1863, con la quale si inaugurò l’apertura del tronco ANcona -Pescara, fu considerata come un avvenimento politico.Questa linea provenendo da Foggia  entra nella regione abruzzese, attraversato il Trigno che la divide dal Molise  entrare nella provincia di Ascoli Piceno . ( provincia di Campobasso ) , e correndo  lungo la riva del mare tocca le principali città di Vasto, S.Vito Chietino, Ortona, Francavilla al mare e Pescara . Tutta la riva percorsa in questo tratto appartiene alla provincia di Chieti.Attraversato a Pescara il fiume omonimo , entra nella provincia di Teramo, trova le stazioni di Castellammare Adriatico , Montesilvano, Atri Mutignano, Giulianova e Tortoreto-Nereto e giunta al Tronto ed oltrepassatolo , su di un ponte di ferro abbandona l’Abruzzo per  entrare nella provincia di Ascoli Piceno”.

La lunghezza totale della linea è di circa  km 115 . L’andamento di essa è regolare, lunghissimi sono i rettifili , i paesi non si trovano vicino alle stazioni essendo sopra le alture delle colline; il territorio attraversato è tutto arenoso costituendo la spiaggia del mare; si va ora popolando di case  e villini ; i ponti sono per lo più a doppio senso, metà per la ferrovia e metà per la strada, finchè le entrate non raggiungendo una cifra  stabilita la linea da un binario non sia trasformata a due al quale scopo è costruita.”

La street art

L’artista francesce  avvolto  da una misteriosa identità ,  chiamato semplicemente  JR, si definisce un  “artivista “, una via di mezzo tra  l’artista e l’attivista . Conosciuto in tutto il mondo per le sue gigantogafrie che hanno tappezzato  spazi di città importanti , dalle palazzine di Los Angeles alle bidonville di Nairobi, dai  grattacieli di Shangai  ai bordi della Senna ,  e’ un graffitaro di volti , stampa i ritratti in formato gigante,  lavora in clandestinità , si firma con le solo iniziali ;  volti di donne, uomini , bambini  che rappresentano la storia , la memoria delle città e delle persone  che la vivono . Sul muro che separa Israele da Gaza , ha affisso volti di palestinesi  sul lato israeliano , e di israeliani sul lato palestinese. Per i suoi blitz si avvale di una piccola squadra di amici a  bordo di una camionetta.  Come Bono e Bill Clinton ha avuto il riconoscimento  del prestigioso Ted Prize .

Stazione di Scerne di Pineto

Un fenomeno da studiare a parte  che merita approfondimenti  per i risvolti sociali e politici del suo modo di concepire l’arte.   Ci soffermiamo ,invece, su come viene concepita la “street art ” nella nostra cittadina.  Negli anni si sono accumulati  sfregi  colorati  sulle pareti della stazione ferroviaria, su distaccati muretti    del centro abitato,  nei sottopassi ;  simboli colorati che  “cozzano” sulle pareti  austere e sobrie del  “castelluccio ” di Parco Filiani, sulle mura di recinzioni con richiami a nefasti riti e credi satanici e religiosi non meglio identificati .  Alcuni spazi   ospitano delle immagini gradevoli quali il calamaro  dipinto  sulla cabina nei pressi dell’ Hotel Garden,  o  una semplice scritta sulla cascina solitaria ubicata in zona quadro,  un sobrio  disegno  sull’argine del torrente  Calvano nei pressi della foce .

Sottopasso Villa Fumosa

La città  europea che più di tutte  ha osservato il mutamento della concezione della “street art ” probabilmente  è Berlino , dove la proliferazione di graffiti , collage e stencils  che ricoprono i muri della città sono tali che  si ha l’impressione di vivere in  una pinacoteca all’aperto.  Agli inizi degli anni  Settanta a Berlino Ovest    gli albori della street art fu concepita come contestazione politica , con il muro che  divideva la città  a rappresentare  l’assurdità di quella divisione. Dopo la riunificazione, invece,  sulle ali della ritrovata libertà  i graffiti  divennero sempre più colorati, con una  proliferazione di opere soprattutto nei quartiere della  vecchia Berlino Est.  Ora invece l’arte urbana  non rappresenta più un veicolo  di attività politica  , sempre più orientata verso il disimpegno e  proiettata alla ricerca di  un raffinato tecnicismo , non più spazi  aperti e frequentati   bensì intimi e discreti .  Il mercato inizia ad interpretare il  ruolo dominante con diversi festival   di arte urbana , gallerie  dove si  esprimono le migliori pratiche digitali; la commercializzazione è considerata l’altra grande  mutazione della street art . L’iniziativa dell’amministrazione  comunale di  dotarsi di un disciplinare per la realizzazione di murales e l’esercizio di spry art su spazi pubblici , è da lodare perseguendo  il duplice obiettivo di combattere vandalismi  al patrimonio comunale  e di valorizzare alcune realtà artistico -giovanili.

Cascina isolata zoan piano quadro

Sono stati individuati spazi dedicati quali i sottopassi Via del Mare e della Stazione (Scerne), il muro perimetrale  dello stadio “MImmo Pavone “, muri  esterni degli edifici  scolastici  (previa autorizzazione della direzione didattica), il sottopasso del parco della Pace ed il cunicolo ubicato  a sud della Stazione Centrale.  L’opera non deve contenere  disegni o scritte che possano risultare in contrasto con le norme sull’ordine  pubblico o  offensive del pubblico pudore, della morale o della persona  e non contenere messaggi di carattere politico, o pubblicitari espliciti   o impliciti , contenuti intolleranti e/o offensivi nei confronti delle religioni , delle etnie e dei generi.

Sottopasso  Parco della Pace

Una Città Sottile  ospita  volentieri  murales  variegati,  vivaci chiazze di colori , strisce    cromatiche  che  interrompono la linearità del paesaggio. Quelli realizzati  non colpiscono, il più delle volte,  per il  contenuto dell’opera,  belli  a priori in quanto trasmettno vivacità  e gioia,  oscuri  però  per il messaggio  e  per l’assoluta assenza  di ‘appartenenza al territorio. I murales di Mutignano, quelli sì,  si inseriscono nella storia  e nella memoria del borgo antico, nella tragedie, nelle attività agricole e di odinaria quotidianità  della vita  della borgata;  il murales rappresenta un frammento  di architettura urbana  che ne completa il profilo e l’idendità.

Sottopasso Parco della Pace

Forse il disciplinare andrebbe in parte corretto  con indicazioni  più puntuali  e tematici  agli autori interessati,     con un legame  sempre più prossimo  tra l’opera artistica ed il territorio.  Alcuni di questi murales sembrano fine  a stessti ,  avulsi  ed estranei  dalla storia del territorio e della cittadina, nè tantomeno ne disegnano il futuro .  Bella la vivacità , evanescente la finalità .  Per concludere con il grande JR , l’artivista  si  esprime sempre per temi  quali Face to Face (volti dei palestinesi  affissi sul lato israeliano e viceversa )  , Woman are Heroes  (  eroine di ogni  giorno che fanno andare avanti il mondo ) ,  One Wish to Change the World  (un desiderio che cambia il mondo  , Bill Clinton  aveva usato il premio per sostenere  progetti di acqua potabile in Ruanda ),  Inside Out  (un progetto partecipativo e globale  , migliaia di ritratti autoprodotti  e poi esposti in luoghi pubblici: tanti  Jr crescono).

Cunicolo nei pressi della Stazione Centrale

Sottopasso Parco della Pace

I trabocchi di Pineto: un’idea per tutti!

 Vi sono  alcune strutture  o costruzioni  appartenenti a luoghi  lontani   e  vicini , disegnati o   fotografate, figlie anche di romanzi di formazione   quali i castelli ,  le torri  ed i  fari che hanno da sempre suscitato  un  proprio fascino , contenitori di storia  e  di attese, di  partenze e di arrivi , di lavoro e di osservazione. Sulla costa abruzzese  imperano  i totem  di  un vecchio metodo di  pescare conosciuti  con il  termine trabocco , etimologicamente variegato ,   una struttura di legno di Aleppo  che ha garantito  il pescato per generazioni agli   abitanti della costa . Ora , questo attrezzo che si erge  e si sviluppa a forma di ragnatela , ha acquistato una valenza paesaggistica,  naturalistica e di promozione della costa  abruzzese   .  Chi non ha avuto ancora modo    di assaggiare i momenti  deliziosi di una cena su un trabocco si perde qualcosa di particolarmente intimo,  di singolare perchè  alle diverse portate si alternano  momenti di osservazione  della quiete del mare e del saluto del sole,  a momenti di riflessione sulla  valenza marinaresca della struttura , immaginando le non secondarie fatiche di un tempo  richieste per la raccolta del pescato .   Sono stato sempre affascinato dal faro  come simbolo ed indentità di una costa,  ma il trabocco suscita ancora più emozione   in quanto,  soltanto a guardarlo  si ha  la sensazione che stia lì immobile a raccontare  la  storia di intere famiglie, dei loro sforzi  , delle loro speranze     e della loro ripetitiva quotidianità .

 Ordunque  la costa pinetese  la   possiamo suddividere in tre zone, quella  tradizionalmente sabbiosa, quella a maggiore tutela con la presenza di dune  nell’area marina protetta e quella ghiaiosa  che dal fiume Vomano si estende fino alla zona nord di Pineto.  Questa ghiaia ritenuta da sempre  fastidiosa   negli ultimi anni, in assenza di alcuna possibilità di poterla rimuovere, è stata rivalutata  in quanto  sono stati concepiti  nel frattempo diversi modi di vivere la spiaggia, meno comodi e rilassanti , ma comunque vitali . In questo tratto  piccoli frammenti di spiaggia sono stati adattati ad alaggi per  imbarcazioni a vela ,   sono spuntate  zone d’erba  destinate  a cucire la spiaggia con la  pista ciclabile, stile lungomare di Scerne; diversi  sono  gli amanti della pesca con lenza   con il proprio  raggio d’azione esistenziale ;  da ultimo alcuni frangiflutti ed i pennelli  proiettati al largo iniziano a conferire a questa spiaggia un’aspetto particolare ed esclusivo, non roccioso  ma  figlia di tante pietre . Proviamo ad immaginare   due  o tre trabocchi  dislocati in questo tratto di spiaggia;  proporrei   chiamarli istituzionali o comunali con libero accesso e fruibilità da parte di tutti ( naturalmente previa regolamentazione )  i cittadini .  Sarebbe una ulteriore chicca   e punto di attrazione del ns. territorio da aggiungere alla ricostruzione della Torre del Vomano al termine della pista ciclabile. Qualcuno  eccepirà sicuramente che la ns .zona è priva di tradizione marinaresca se non   nella declinazione  della piccola pesca e  di quella sportiva ;  che  il contesto della costa dei trabocchi è ben diverso  con i fondali limpidi  grazie alla presenza uniforme della roccia; che storicamente  e per tradizione il trabocco non ci appartiene.   Nonostante tutto  proviamo ad immaginarne la presenza e l’utilizzo non  funzionale all’attività di pesca ma soltanto per fini  attrattivi   non escludendo la  possibilità di potervi  realizzare una piccola  ristorazione. Non avremmo il copyright ma  a volte bisogna avere il coraggio di mutuare le cose belle e positive da altri territori  conferendogli la giusta valenza  ed adattibilità . Anche la ghiaia  non ci sarà più ostica  magari se in compagnia di qualche frangliflutto o di masso roccioso  in  più !!!