L’orto degli aranci

Ai margini della S.S. 16 ,  all’altezza del ponte che collega  il centro abitato a Parco Filiani, si  ravvisano alcuni ruderi di  mura in mattoni   che un tempo  formavano  la recinzione dell’ Orto degli Aranci . Tale orto  ospitava  alberi da frutta  ed ortaggi  che  venivano  curate con passione   e dedizione da Luigi Corrado Filiani . Oggi l’area è attraversata dalla S.S.16 mentre un tempo  rappresentava un continuum con  la  dimora di Villa Filiani e la fornace antistante,  come si evince dalla foto in bianco  e nero.

La Città Sottile,   nella sua immaginaria  realizzazione, tende a recuperare gli  spazi urbani del passato riadattandoli al  contesto  e alle funzionalità  del presente.  L’orto urbano, o   l’  ” urban farming ”  inteso come coltivazione del proprio orto  che cresce sui balconi  o nei giardini privati , oppure come orto  sociale e condiviso  rappresenta  un fenomeno che muove anche  un giro d’affari  interessante.

La valenza dell’orto urbano  inteso come  recupero di spazi pubblici   da affidare ai cittadini nell’ottica  sociale dell’integrazione  e della inclusione , è sempre più  apprezzata da alcuni amministratori .  L’idea   di interrompere l’omologazione del tessuto urbano  dettato da rigidi piani regolatori, affascina ancora di più se  destinatari dell’affidamento  della gestione  dell’orto  urbano siano i cittadini,  con  tutte le varianti possibili e immaginabili,  valutandone   anche ll’aspetto  didattico e terapeutico, di reinserimento    e di terapia anche sociale.

L’idea di recuperare l’ Orto degli Aranci di Pineto e di  affidarlo ad un gruppo  di cittadini di età anche diversa per assicurarne la relazione intergenerazionale, si presenta affascinante e  realizzabile.  Si andrebbe a salvaguardare un pezzo di storia della nostra cittadina  cogliendo, nel contempo,  il  recupero di  uno spazio urbano che   potrebbe essere, a livello architettonico , anche un punto di attrazione.

L’area dove insistono i ruderi dell’Orto degli Aranci   è di proprietà privata. Immaginiamo, comunque,  un orto ricco di  piante da  frutta ed una piccola struttura in legno adibita all’accoglienza, recintato con vetro e mattoni. Un orto con queste caratteristiche, all’interno di Parco Filiani, non farebbe altro che aumentarne il livello di fruibilità preservando il contesto ambientale dell’intera area, sia sotto il profilo storico che architettonico.