L’ideale sarebbe una governance mista per la gestione di uno strumento di alta complessità.
Il Contratto di Fiume (CdF) è un’accordo tra soggetti che hanno la responsabilità della gestione e dell’uso delle acque nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente. Persegue obiettivi derivanti da normative in materia ambientale con particolare riferimento a Direttive Europee e Accordi internazionali che interessano il rischio alluvioni, gli ecosistemi acquatici nonché la gestione integrata delle acque le cui politiche di governo e di controllo vanno affiancate alle altre politiche ambientali e di gestione locale del territorio.
Un primo e formale tentativo di istituire
il Contratto di Fiume Vomano risale al 2015, quando il Sindaco del
Comune di Pineto, Robert Verrocchio, avviò un confronto con gli altri Comuni
del bacino idrografico del Vomano proponendosi come capofila. La delibera di
Consiglio Comunale n.2/2015 istituiva un protocollo di intesa che disciplinava
le fasi successive delle attività necessarie per la stipula del contratto, ma la
lodevole iniziativa fu ratificata da pochi Comuni e si perse nel vortice
temporale dell’alternarsi delle diverse consiliature, vanificata probabilmente anche dalla complessità e
dall’ampiezza di intervento.
Migliore sorte ha avuto, invece, il
Contratto di Fiume Tordino, il cui iter istitutivo è stato realizzato
dalla Provincia di Teramo prima ancora
del riconoscimento ( 2017) nel proprio strumento di pianificazione territoriale ( P.T.C.P) ,
ed ora si trova nella fase di ascolto e di condivisione degli enti locali e dei
portatori di interesse. Così come il Contratto di Fiume
Cerrano-Calvano-Foggetta- Concio, con l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano
capofila, è stato di recente oggetto di rinnovo e di aggiornamento nel documento strategico e nel Piano di azione 2024/2027;
ma qui si parla di torrenti classificati
come fiumi minori
la cui manutenzione ordinaria degli alvei compete comunque
ai Comuni .
Il fiume Vomano registra una maggiore
complessità rispetto al Tordino, sia per la lunghezza che per la varietà e il numero dei territori attraversati (16 Comuni) , oltre alla presenza di strutture
strategiche quali le centrali idroelettriche; l’intersezione con diverse zone industriali e la presenza alla foce del porto di Roseto e
di una macchia verde da salvaguardare e valorizzare. Diversi sono, inoltre, gli interventi strutturali attivati dalla Regione quali la
realizzazione del canale scolmatore per la mitigazione del rischio
idrogeologico nel Comune di Pineto con
due lotti funzionali, oltre
all’intervento di riduzione del
rischio idraulico a tutela del tratto
fociale del fiume
per l’importo di euro 7milioni,
che prevede il recupero di tre arcate del ponte ferroviario per il deflusso delle acque, con lo
spostamento dell’argine sinistro verso
nord.
Il
Contratto di Fiume Vomano potrebbe essere perseguito, pertanto, vista la complessità del contesto
rappresentato , attraverso una gestione mista e
una governance multilevel Regione-Provincia,
la prima ( Regione) come
Ente di riferimento per strategie, finanziamenti e integrazione con la
pianificazione ambientale e territoriale; la seconda ( Provincia di Teramo) come coordinamento tra i Comuni ,
supervisione operativa e raccordo tra gli enti funzionali quali Consorzio di Bonifica, Autorità di
Bacino Distrettuale, Università di Teramo e altri centri di ricerca per il supporto scientifico per
studi e monitoraggio, nonché associazioni ambientaliste e portatori di interesse. Uno strumento di
governance complementare, che aiuta a rendere più efficace la gestione del
fiume evitando sovrapposizioni e senza intaccare le competenze esistenti .
Una cabina di regia Regione-Provincia,
con un ruolo chiaro per ogni ente, eviterebbe il rischio di dispersione e rallentamenti.
Gli interventi sul basso Vomano sono importanti, ma senza una gestione
coordinata dell’intero bacino idrografico (dalla sorgente alla foce), si
rischia di risolvere problemi localizzati senza affrontare le cause più a
monte, come l’erosione degli argini, il
dissesto idrogeologico e la gestione delle risorse idriche. I Comuni maggiormente interessati al Contratto di Fiume Vomano dovrebbero
essere quelli di Pineto e Roseto esposti nel tratto finale del decorso
fluviale, sui quali viene
trasferita l’incombenza e
l’onere finanziario, tra le altre, della pulizia dei rifiuti spiaggiati provenienti dal fiume Vomano .
Paradossalmente, per risolvere una questione complessa serve uno strumento altrettanto articolato, ma progettato per essere di facile applicazione, così da trasformare la complessità in una soluzione concreta.