Una bella realtà sportiva : l’ASD “Forti e Gentili ” Pineto boxing club

        In linea con l’approccio stoico ed epico che la natura stessa dello sport praticato esprime,    l’Associazione di Pineto boxing Club  “Forti e Gentili “    si barcamena da alcuni anni alla ricerca di uno spazio  fisso  dove poter praticare gli allenamenti e gestire  il numeroso gruppo che nel tempo si è venuto a formare. L’associazione ha superato i 60 iscritti e, al momento, svolge l’attività sportiva nello spazio nord de “Gli Oleandri “gentilmente concesso dal gestore dell’impianto, l’ASD Cerrano Outdoor, sfruttando il piazzale dismesso della pista di pattinaggio e uno spazio interno adibito a palestra e spogliatoio, ristrutturato a proprie spese.

    Ma proprio in questi giorni, la rincorsa di uno spazio autonomo sembra sia giunta a termine grazie alla concessione da parte dell’Amministrazione Comunale dell’utilizzo del primo piano della palestra comunale i cui lavori di ristrutturazione e di adeguamento sono sostanzialmente ultimati.   L’Associazione aveva presentato   da tempo la    richiesta di affidamento diretto di tale spazio, accompagnata da una articolata progettualità tecnica e finanziaria, la cui bontà e valenza sociale, l’interesse pubblico e di promozione della cultura dello sport e dell’aggregazione giovanile   erano stati valutati favorevolmente dal Commissario Prefettizio con lo stanziamento delle somme necessarie per la ristrutturazione del primo piano della palestra comunale.

  Ora, l’Associazione “Forti e Gentili “potrà liberare gli spazi occupati nella pista di pattinaggio e favorire anche l’avvio dei lavori di riqualificazione dell’impianto sportivo “Gli Oleandri” che prevedono, dopo la realizzazione dei due campi da padel, la costruzione di una struttura coperta polivalente (tennis, calcetto, volley e basket), con priorità di utilizzo riservata alle attività scolastiche dell’ Istituto Comprensivo  Giovanni XXIII.

  La nuova allocazione assegnata all’ ASD “Forti e Gentili “consentirà, invece, di non interrompere   l’attività di una   bella realtà sportiva e associativa, costruita nel tempo boxando alla ricerca di uno spazio fisso e definitivo.

IL CONTRATTO DI FIUME VOMANO

 L’ideale sarebbe una governance mista per la gestione di uno strumento di alta complessità.

       Il Contratto di Fiume (CdF) è un’accordo tra soggetti che hanno la responsabilità della gestione e dell’uso delle acque nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente.   Persegue obiettivi derivanti da normative in materia ambientale con particolare riferimento a Direttive Europee e Accordi internazionali che interessano il rischio alluvioni, gli ecosistemi acquatici nonché la gestione integrata delle acque le cui politiche di governo e di controllo vanno affiancate alle altre politiche ambientali e di gestione locale del territorio. 

     Un primo e formale tentativo di istituire il Contratto di Fiume Vomano     risale al 2015, quando il Sindaco del Comune di Pineto, Robert Verrocchio, avviò un confronto con gli altri Comuni del bacino idrografico del Vomano proponendosi come capofila. La delibera di Consiglio Comunale n.2/2015 istituiva un protocollo di intesa che disciplinava le fasi successive delle attività necessarie per la stipula del contratto, ma la lodevole iniziativa fu ratificata da pochi Comuni e si perse nel vortice temporale dell’alternarsi delle diverse consiliature, vanificata   probabilmente anche dalla complessità e dall’ampiezza di intervento. 

      Migliore sorte ha avuto, invece, il Contratto di Fiume Tordino,   il cui iter istitutivo è stato realizzato dalla Provincia di  Teramo prima ancora del riconoscimento ( 2017) nel proprio strumento  di pianificazione territoriale ( P.T.C.P) , ed ora si trova nella fase di ascolto e di condivisione degli enti locali e dei portatori di interesse. Così come il Contratto di Fiume Cerrano-Calvano-Foggetta- Concio, con l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano capofila,  è stato  di recente oggetto di  rinnovo e di aggiornamento nel  documento strategico e nel Piano di azione 2024/2027; ma qui si parla di torrenti  classificati come  fiumi  minori  la cui manutenzione ordinaria degli alvei compete  comunque  ai Comuni  .

     Il fiume Vomano registra una maggiore complessità rispetto al Tordino, sia per la lunghezza che per la varietà  e il numero dei territori attraversati  (16 Comuni) , oltre alla presenza di strutture strategiche  quali le  centrali idroelettriche;  l’intersezione con diverse zone industriali  e la presenza alla foce del porto di Roseto e di una macchia verde da salvaguardare e valorizzare.  Diversi sono, inoltre,  gli interventi strutturali  attivati dalla Regione  quali la  realizzazione del canale scolmatore per la mitigazione del rischio idrogeologico nel Comune di Pineto  con due lotti funzionali, oltre  all’intervento  di riduzione del rischio idraulico  a tutela del tratto fociale  del  fiume  per  l’importo di euro 7milioni, che prevede il recupero di tre arcate del ponte ferroviario  per il deflusso delle acque, con lo spostamento dell’argine  sinistro verso nord.

    Il Contratto di Fiume Vomano potrebbe essere perseguito,  pertanto, vista la complessità del contesto rappresentato , attraverso una gestione mista e  una governance multilevel  Regione-Provincia, la prima       ( Regione)   come  Ente di riferimento per strategie, finanziamenti e integrazione con la pianificazione ambientale e territoriale; la seconda ( Provincia di Teramo)  come coordinamento tra i Comuni , supervisione operativa e raccordo tra gli enti funzionali  quali Consorzio di Bonifica, Autorità di Bacino Distrettuale, Università di Teramo e altri  centri  di ricerca per il supporto scientifico per studi e monitoraggio, nonché associazioni ambientaliste  e portatori di interesse. Uno strumento di governance complementare, che aiuta a rendere più efficace la gestione del fiume  evitando sovrapposizioni  e senza intaccare le competenze esistenti .

Una cabina di regia Regione-Provincia, con un ruolo chiaro per ogni ente, eviterebbe il rischio di dispersione e rallentamenti. Gli interventi sul basso Vomano sono importanti, ma senza una gestione coordinata dell’intero bacino idrografico (dalla sorgente alla foce), si rischia di risolvere problemi localizzati senza affrontare le cause più a monte, come  l’erosione degli argini, il dissesto idrogeologico e la gestione delle risorse idriche.  I Comuni maggiormente interessati al  Contratto di Fiume Vomano dovrebbero essere   quelli  di Pineto e Roseto  esposti nel tratto finale del decorso fluviale,   sui quali viene trasferita  l’incombenza  e  l’onere finanziario, tra le altre, della pulizia dei rifiuti spiaggiati  provenienti dal fiume Vomano .

    Paradossalmente, per risolvere una questione complessa serve uno strumento altrettanto articolato, ma progettato per essere di facile applicazione, così da trasformare la complessità in una soluzione concreta.

L’ Area Marina Protetta Torre del Cerrano ( AMP) : un esempio virtuoso di gestione ambientale che punta all’eccellenza

          A quindici anni dalla sua istituzione, l’AMP Torre del Cerrano rappresenta un modello avanzato di tutela   ambientale e di valorizzazione del territorio, ben disegnato da una intensa attività didattica e di certificazione di un  turismo responsabile  che passa  attraverso l’obiettivo principale di  preservazione  dell’ecosistema marino  e costiero .  La Torre ne rappresenta il simbolo mentre la Biblioteca e il Museo del Mare, insieme ad una mostra permanente di immagini e di documenti,   ne custodiscono la storia e la narrazione dell’ intera area del Cerrano.  Ora che l’Antico Porto del Cerrano ha ottenuto il riconoscimento di “sito di interesse culturale” con decreto ministeriale ( 2024), la vita  in simbiosi  con la Torre continua  sempre più  nell’ottica di valorizzazione  di tutto il contesto e delle  documentate vestigia sommerse.

Sito di importanza comunitaria ( SIC),    tra le  importanti  e diverse certificazioni  che ne   attestano l’impegno per la sostenibilità  e la qualità ambientale,   spicca l’adesione al conseguimento della fase II^ della CETS, la Carta Europea dello Sviluppo Sostenibile, una certificazione che rappresenta anche un incentivo per lo sviluppo delle attività ecoturistiche di qualità . Non solo “fratino “( Charadius Alexandrinus),   ma anche  il progetto Life DELFI e il  Dolphin watching per la conservazione  e  osservazione  dei delfini;  il monitoraggio  e la tutela delle nidificazioni delle tartarughe e  l’apiario didattico inserito nel giardino botanico, per arrivare  alla  banca del germosperma   prevista nel  più ampio  progetto SEED (SprEad and storE coastal bioDiversity)  finanziato con fondi PNRR.

     Sono diverse, comunque, le sfide che l’AMP Torre del Cerrano continua ad affrontare,  quali l’impatto dell’inquinamento, l’erosione costiera  e la pressione turistica che rischia di sovraccaricare l’ecosistema in determinati  periodi dell’anno. Di converso, si registrano importanti   progetti già finanziati  e che andranno a realizzarsi :   la ristrutturazione e conservazione della Torre   per un intervento di € 2.838.766,  grazie al  finanziamento del governo centrale  a valere sulla  quota 8xmille; la valorizzazione e riqualificazione del giardino botanico finanziato dai fondi PNRR per € 240.000; l’efficientamento energetico della Torre  e della sede legale ( Villa Filiani) di complessivi euro 283.000 ,   mentre sono già in corso i  lavori di completamento  del tratto di ciclabile ( bike to coast)  che attraversa  il giardino botanico.      

     Ma le progettazioni e i lavori  che il Co.Ges   ( Consorzio di Gestione)  dell’ Area Marina Protetta del Cerrano   dovrà seguire     prima del rinnovo  del mandato  previsto agli inizi del 2026,   interessano non soltanto gli interventi strutturali elencati  bensì anche la definizione della gestione dei servizi turistici ( nuovo bando), il nuovo Info-point a Silvi   e     il progetto         “ Ecoalaggi “,   quest’ultimo finalizzato alla risoluzione dell’annoso problema di insediamento  e della migliore funzionalità dei centri velici; per non dimenticare l’attuazione del rinnovato Contratto di Fiume Cerrano – Calvano- Foggetta- Concio.

      Così come determinante, per la migliore fruizione dei servizi dell’Area Marina Protetta ,  sarà  la realizzazione dei parcheggi  antistanti  il sottopasso di ingresso alla spiaggia, per la quale mancherebbero  le ultime autorizzazioni  e la sottoscrizione della Convenzione   tra i due proprietari privati dei terreni e il Comune di Pineto .    

       Quale ultima e residuale possibilità di estensione dell’Area Marina Protetta, sembra ormai imminente la concessione in comodato d’uso gratuito  della struttura meglio conosciuta come la  “ Ex Scuola  “,  posizionata di fronte la Torre lato collina e di proprietà della Provincia di Teramo, con la possibilità di svilupparvi progettualità complementari come    laboratori di assistenza veterinaria e di ricerca studi di cetacei, oppure un   centro di recupero e  di riabilitazione di  tartarughe marine.

        In sintesi, la virtuosità raggiunta sinora dalla gestione della Area Marina Protetta grazie alla condivisione attiva di tutti gli Enti partecipanti (Comune di Pineto , Comune di Silvi, Provincia di Teramo e Regione Abruzzo), si appresta ad essere  modellata   e orientata   verso l’eccellenza    a compimento delle  numerose  progettualità   e  dei servizi elencati   che dovranno essere portati avanti , e a termine ,   con velocità sincrona  e parallela.  

URBANISTICA : la nuova Legge Regionale (n. 58/2023) e l’Ufficio di Piano quale giusto metodo per il governo e lo sviluppo responsabile del territorio.

      Gli indirizzi generali della nuova Legge Regionale sul governo del territorio possono riassumersi nel contenimento dell’utilizzo di nuovo suolo, nella rigenerazione e riqualificazione del territorio urbanizzato, nel miglioramento sia della qualità urbana che   nella valorizzazione e sviluppo delle potenzialità multifunzionali delle aree agricole e forestali .

        Pone una serie di adempimenti a carico dei Comuni con scadenze e modalità da considerarsi perentorie alle quali, anche secondo la nota prodotta    di recente dalla sezione abruzzese dell’ Unitel  ( Unione Nazionale Italiana dei Tecnici degli Enti locali ) su questa rivista, i Comuni stessi non sembrano assegnare  la giusta attenzione  e  centralità nella propria agenda  amministrativa.

    Infatti,   entro il 21 Dicembre  2025 i Comuni devono provvedere   alla perimetrazione   del territorio urbanizzato   prevedendo  il consumo massimo  di nuovo suolo  pari al 4% della superficie complessiva del territorio urbanizzato, previa  una equivalente attività di desigillazione o di retrocessione a zona verde soggetta a vincolo di inedificabilità.

   Entro il 21 Dicembre 2028 devono approvare  il PUC ( Piano Urbanistico Comunale) provvedendo ad adeguare  il  relativo Regolamento Edilizio. Per l’approvazione del Piano (PUC) è previsto un procedimento di formazione articolato in diverse fasi, da quella preliminare e di formazione a quella di consultazione e di partecipazione per arrivare  a quella di approvazione. Considerata la complessità del procedimento insita in entrambe le fasi di pianificazione (Perimetro e PUC), tra le righe la nuova Legge Regionale sembra “consigliare”   ai  Comuni    l’istituzione di    un   Ufficio di Piano, con competenze professionali   in campo pianificatorio, paesaggistico, ambientale, giuridico ed economico finanziario.

       Il Comune di Pineto  partirebbe avvantaggiato in quanto si tratterebbe di riproporre un    organismo tecnico   positivamente sperimentato      nella consiliatura 2009-2013, che ha  portato  all’  approvazione della Variante al Piano Regolatore Extra Urbano ( Piano  Agricolo ) e alla redazione del Documento  Strategico  Strutturale, e   andrebbe a soddisfare l’esigenza  di una analisi ricognitoria    della    sostenibilità economica e ambientale dei  diversi PSA ( Piano di Sviluppo Aziendale) adottati   nel settore primario,  e a  valutare  le  variegate proposte di accordi complessi  presentate  dai privati,  se siano o  meno in coerenza con tale Documento  Strategico  e se in linea anche, e tuttora,  con i nuovi strumenti di pianificazione urbanistica quale, appunto,   la nuova Legge Regionale  e la Re.Te Ecologica adottata di recente dalla Provincia di Teramo ; strumenti entrambi rivolti a preservare la vocazione paesaggistica dei territori e al  contenimento dell’utilizzo di nuovo suolo .

      Nell’individuare gli  indirizzi e gli obiettivi che si intendono perseguire  mediante la specifica attività di pianificazione  e la dimensione di sviluppo urbano,  non si può prescindere da una analisi socio economica aggiornata (l’ ultima redatta nel 2010)  e dal cosiddetto Menù delle Opere Pubbliche, individuando le opere e le strutture strategiche   che  mancano  e che potranno essere perseguite  anche con una formula  mista pubblico- privato   ( a titolo di es. il polo scolastico, il teatro, co-housing , impianti sportivi, strutture sociali) . La stessa perimetrazione  del territorio urbanizzato dovrebbe essere anticipata   da un avviso pubblico rivolto ai privati che intendono retrocedere la propria area edificabile in area verde o agricola, procedura già avviata da alcuni Comuni; da una ricognizione delle zone di completamento previste dal vigente PRG  e ancora da edificare,   da una attività di rimozione dei vincoli di destinazione d’uso  decaduti nella loro funzionalità pubblica  al fine di rendere edificabili alcune aree private  presenti nel  contesto urbano.  L’Ufficio di Piano dovrà preliminarmente elaborare un Quadro Conoscitivo dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano, necessario per la definizione anche della Valutazione Ambientale ( VAS)  e   nel rispetto della   “ tavola dei vincoli”.

     Pertanto, la complessità della materia  ora ridefinita governo del territorio,  la matrice  dinamica   introdotta  dalla nuova Legge Regionale  richiedono    un approccio  organico e partecipato che  l’istituzione dell’ Ufficio di  Piano  garantisce,   scansionando i giusti  tempi per l’adozione   del PUC,  evitando di rincorrere  varianti  isolate  che rischiano di  far venire meno  l’approccio olistico e organico della visione urbanistica che  l’Amministrazione procedente riassume negli indirizzi e negli obiettivi che intende perseguire  mediante  la  specifica attività di pianificazione.

LA TORRE DEL VOMANO : ipotesi di centro informativo e di controllo ambientale.

    L’idea di ricostruire la Torre del Vomano   è stata sempre   vista come un mero esercizio letterario o di rispolvero della storia delle torri costiere, della loro funzione e della loro dislocazione sul nostro territorio. Appagati dalla sontuosa bellezza della Torre di Cerrano, divenuta sede dell’ Area Marina Protetta e  luogo   di richiamo di un turismo   attento alle qualità ambientali e naturalistiche,    potrebbe non emergere l’esigenza e la necessità di un’altra  Torre sul litorale pinetese . E invece andremo a elencare   i validi  presupposti e le   interessanti progettualità ambientali che vi sottendono .

  Sotto il profilo storico la Torre del Vomano ha avuto una doppia vita, una brevissima ( Torre Vecchia)   sul lato destro del fiume in località Le Antiche Scerne ; l’altra  molto più longeva ( Torre Nova )     nel territorio di Roseto ( Villa Patrizi ) ad uso dell’Amministrazione Generale  fino alla  fine dell’800    ( cfr.  Visita alle torri costiere nelle province d’Abruzzo . 1598-1976 –   Vittorio Faglia – Istituto Italiano dei Castelli – 1977 ).

     Attraverso la ricostruzione della Torre   Vecchia si intende in primis   valorizzare un’area pregiata, la macchia  verde   posta alla  foce del Vomano   già indicata  come oasi naturalistica WWF   per via delle   escursioni di didattica ambientale  tenutesi in passato dalle scuole primarie ; un’area     che ospita  specie ornitologiche     protette e anche rare  quali      l’ airone  spatola  e l’airone cenerino, il cavaliere d’Italia , il fenicottero rosa , il cormorano , il martin pescatore, il fratino ed altre   ( cfr. https://abruzzocamping.it  –  La grande bellezza alla foce del Vomano, di Laura De Berardinis ). 

   L’area  si inserisce in un contesto sempre più   multifunzionale  e inclusivo  con  l’ultimazione dell’ultimo tratto di pista ciclabile   ( Bike to Coast) che collega il   lungomare di Scerne al nuovo Ponte sul Vomano,  inaugurato due anni fa. A risalire il fiume , si intravedono i tratti potenziali di un parco fluviale   con percorsi ciclabili   e itinerari  turistici-culturali che congiungono tappe diverse e importanti quali l’Abbazia di Propezzano, la Chiesa di San Clemente al Vomano  fino ad arrivare alla Torre  triangolare di Montegualtieri. Il contesto ben   si completa con il porto turistico  di Roseto (  “Portorose “ ), posto sull’altra sponda del fiume  in parallelo alla macchia verde,  ed esprime  un perimetro estetico e ambientale di  pregio  da valorizzare.

  Con l’approvazione del nuovo Piano Demaniale Comunale ( Marzo 2024 ),   l” idea letteraria “ inizia a materializzarsi  prevedendosi nella  Tav. 3 del Piano  la collocazione di una struttura  adibita a “centro informativo “ ; l’art. 30  delle N.U.E     ne  prevede la realizzazione con  una “torre di avvistamento  di antica tradizione marinaresca”.  

   Rinviando  la scelta  del  disegno e il profilo architettonico della struttura a possibili  concorsi di idee, l’obiettivo principale  è ricostruire  una verticalità polifunzionale con un’ ecoRistoro e  una stazione di  assistenza  bici;   un punto di informazione turistica e  una postazione di controllo ambientale  che possa essere utilizzata  per il monitoraggio continuo delle acque e dell’aria di tutto il comprensorio del basso Vomano, a presidio e controllo anche delle variegate criticità accentuatesi di recente nella zona industriale di Scerne di Pineto e in attesa  che si attivi  il    “Contratto di Fiume”.

    Senza tralasciare la previsione   di una postazione di   “ birdwatching “,  considerata la prossimità   della macchia verde posta alla foce del fiume e un presidio a disposizione della SOA ( Stazione Ornitologica Abruzzese).  Avremmo due torri sul litorale pinetese, una a sud nel Cerrano, l’altra a Nord alla foce del  Vomano , ripristinando  la linea storica di controllo del litorale del periodo medioevale, “ combattendo” non più  i  Saraceni ma l’azione indisciplinata dell’uomo, quella deviata e irrispettosa della natura, valorizzando  scorci di bellezza che a volte sfuggono   e chiedono soltanto di essere  recuperati .     Con la trasposizione dell’idea nello strumento di pianificazione demaniale, puo’ essere avviato un percorso     virtuoso che coinvolga tutti  gli Enti  e  le  Associazioni  interessate, dalla Regione alla Provincia , dal WWF  a  Legambiente e   alla SOA.  Si immagina anche che nello spazio prospiciente la Torre   potranno tenersi   eventi culturali e ricreativi compatibili e in sintonia con l’ambiente rigenerato.